"I levrieri, i levrieri" Sara Gallardo Gran Via
"Quando il sole se ne va, arriva la luna.
È tutto.
Il sole se n'è andato."
Resta la scrittura quando tutto si disperde lasciando schegge incomprensibili.
I progetti falliscono, i sogni si volatilizzano, le passioni sbiadiscono.
Sara Gallardo, classe 1931, racconta il tempo in cui tutto è possibile.
Sceglie come protagonista Juliàn, giovane avvocato, e gli affida un compito complesso.
Lasciare la routine e diventare proprietario terriero di un rancho, lontano da Buenos Aires.
Accanto a lui Lisa e la certezza di poter sfuggire alle convenzioni sociali.
"I levrieri, i levrieri", pubblicato da Gran Via grazie alla traduzione di Sara Papini, ci permette di conoscere un'autrice dimenticata.
Una donna che ha saputo interpretare e riscrivere l'universo maschile con le sue regole.
Con una vena pungente colloca il romanzo nella grande proprietà terriera, mostrandone le fragilità.
Nella trama forti sono le simbologie e i due protagonisti rappresentano l'instabilità dei rapporti di forza tra generi.
Il testo non va confuso con una storia d'amore finita male.
È messa in discussione la cultura patriarcale che domina l'America Latina.
L'Argentina può essere altro.
Nei dialoghi concisi, nella bellezza dei paesaggi, nelle fughe si percepisce la qualità letteraria di una scrittura che vuole esprimere l'alterità.
Inventare un'identità non legata ai privilegi delle classi dominanti.
Contestare tra le righe le oppressioni familiari.
Un libro dalle mille sfaccettature, provocatorio ed evocativo.
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