"Clara legge Proust" Stéphane Carlier Einaudi Editore
"Il punto è liberare il proprio io: lasciare che trovi da sé le sue dimensioni, svincolarlo da impedimenti."
Perfette le parole di Virginia Woolf scelte come esergo di "Clara legge Proust", pubblicato da Einaudi Editore e tradotto brillantemente da Ilaria Gaspari.
Aprirsi al nuovo: è quello che succede alla protagonista.
Clara lavora in una piccola parruccheria, gestita dalla signora Habib, ha un fidanzato, conduce una vita quieta.
Scatta qualcosa quando casualmente un cliente lascia nel locale un libro di Proust.
Quale? Lo scoprirete e capirete quali connessioni con lo sviluppo dell'intreccio.
Inizia un percorso di cambiamento lento e inesorabile.
Emerge il bisogno di trovare risposte, di indagare sui propri sogni.
Colpisce il tono pacato e molto descrittivo dei personaggi che nella prima parte vengono delineati con molta attenzione.
Nolwenn, Patrick e la signora Habib sono rinchiusi all'interno di un meccanismo che non li rende felici.
Uno dei punti di forza del romanzo è legato a questi stati d'animo.
È come se Stéphane Carlier volesse lanciarci un messaggio.
Inutile inseguiere il sogno senza realizzarlo, viverlo e condividerlo?
Come può un autore del calibro di Proust travolgere l'esistenza di una giovane qualunque?
Quali passaggi, quali suggestioni?
Ed ecco che emerge il ruolo della letteratura.
Qualcosa che ti entra dentro, compie il miracolo, ti apre infinite porte, libera la mente da ogni ovvietà.
Il testo nella semplicità della trama ha un'andatura rilassante, quieta.
Senza eccessivi giochi introspettivi riesce ad intrigare il lettore, a fargli venire il desiderio di riappropriarsi della parola scritta.
Quella che da sempre ha celebrato la bellezza, la contraddizione, l'amore.
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