"Un cane di nome Ivy" Helen Hunphreys Playground Libri
In ogni suo libro la canadese Helen Humphreys riesce ad esplorare un universo di sentimenti.
La sua scrittura coinvolge perché sa accogliere il lettore.
Dopo l'emozione provata con "Bill", Playground Libri ci regala "Un cane di nome Ivy", tradotto da Chiara Messina.
Una delle opere più intime dell'autrice che ci fa entrare nel suo spazio privato.
Non solo i ricordi d'infanzia ma un'intera esistenza sfilano come immagini tratte da un album dalle tante sfumature.
Un salto di qualità che la vede impegnata come protagonista.
Tutto nasce con l'arrivo di un cucciolo dopo la morte dell'amata Charlotte.
Un rapporto che si costruisce con pazienza e sacrificio, cercando di interpretare i bisogni e il linguaggio del piccolo animale.
Ancora una volta centrale è la relazione ma quello che colpisce è la delicatezza nel descrivere i piccoli passi che porteranno a convivere.
Le conquiste giornaliere, le difficoltà, l'osservazione della gestualità canina: un diario poetico che spiega molto del connubio meraviglioso e misterioso con gli animali domestici.
Il pregio del libro va ancora oltre questo interessante aspetto.
La scrittrice parla del suo modo di scrivere, di ciò che prende forma lentamente.
C'è un parallelismo tra l'esperienza con Ivy e la tecnica narrativa ed è commovente pensare che le pagine vengono vergate con lo stesso entusiasmo, lo stesso desiderio di comunicare.
Il testo è anche un viaggio letterario in compagnia di autrici che abbiamo amato molto.
Una esplorazione della Natura dove "gran parte della mia immaginazione e dei miei sensi trovano appagamento, dove la mia curiosità è sempre accesa."
Una linea che oscilla tra presente e passato e sullo sfondo un nuovo inizio.
Da leggere perché educa a ritrovarsi quando una perdita ci annienta.
Aiuta ad assaporare insieme ai nostri compagni a quattro zampe momenti indimenticabili.
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