"Iran Il tempo delle donne" Luciana Borsatti Castelvecchi Editore
Tre parole: Donna, Vita, Libertà.
Scandite nelle piazze dell'Iran in seguito alla morte della giovane curda Jina Mashsa Amini, arrestata e uccisa dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo.
Uno slogan che ha segnato con una linea netta il prima e il dopo.
È arrivato nelle nostre strade, urlato dagli iraniani all'estero.
Ci siamo sentiti coinvolti, convinti che qualcosa di grandioso stesse accadendo.
I riflettori si sono spenti e abbiamo dimenticato quel popolo oppresso.
I 20.000 arresti in sette mesi, le condanne a morte, la quotidianità dimezzata di una popolazione da troppo tempo schiavizzata da regole che fanno tabula rasa dei diritti umani: abbiamo preso le distanze.
"Iran Il tempo delle donne", pubblicato da Castelvecchi Editore, è un testo necessario per conoscere i prezzi altissimi provocati dalla repressione, per capire quali sono i meccanismi che reggono la Repubblica Islamica.
Tante le testimonianze dirette e nell'ascoltare quelle voci abbiamo un sussulto.
Emerge forte il desiderio di fuggire per avere una nuova opportunità ma al contempo le donne non si sono arrese.
Storie di paura e di coraggio di studentesse, atlete, rapper.
Leggiamo i nomi e le storie di alcune delle vittime.
Una frase arriva come un getto di acqua gelida:
"Non abbiamo bisogno di compassione."
Sentiamo la responsabilità dei nostri governi come nostra.
Cosa ha fatto l'Occidente e cosa farà?
Luciana Borsatti ha lavorato per trent'anni all'agenzia ANSA, è stata corrispondente da Teheran e nel suo libro c'è partecipazione e amore.
Scorrevoli i capitoli, discorsivi, non impongono una visione ma invitano alla riflessione.
Splendida la postfazione di Farian Sabahi che con approccio scientifico analizza "le ragioni storiche della diffidenza iraniana nei confronti di inglesi e russi."
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