"L'atlante" William T. Vollmann minimum fax
Da Sarajevo a San Francisco, da Spalato a Nairobi, da Bangkok a Città del Messico: luoghi e storie, vissuti e ossessioni.
Vita e morte, degrado e luminosità, immagini sovraesposte, colori cangianti.
Il mondo nella rappresentazione delle sue tante interiorità.
"L'atlante", pubblicato da minimum fax nella Collana Sotterranei grazie alla bella traduzione di Cristiana Mennella, è voce di popoli, di culture, di esistenze frammentate, di infelicità, di amore, di guerre, di povertà e bellezza.
Riduttivo definirlo un dizionario geografico.
Mi piace pensare ad una mappa senza confini, fatta di suoni e percezioni, ossessioni e disagi, scoperte e incontri.
Desiderio, passione, corpi che si uniscono.
"E l'isola divenne subito un roccioso grumo di nuvola nel cielo, e la sua costa bassa e lunga si distese finchè non cadde dai confini del mondo."
Difficile scegliere una citazione per delimitare lo stile e il genere.
Reportage, cronaca, saggio, romanzo e tanta, tanta poesia.
Struggente, dura, provocatoria.
Il libro è prova dell'ecletismo di William T. Vollmann.
I suoi racconti si fermano sugli uomini, sulle donne, sugli oggetti.
Narrano la tragica e bellissima umanità nella sua interezza.
Con quello sguardo profondo di chi va alla radice e in ogni volto cerca la magia, il disagio, la disperazione e la gioia.
Alla ricerca di "vecchi conti in sospeso, delitti in via di decomposizione ma non ancora confessati fino all'osso."
Da leggere lentamente perdendosi tra le pagine.
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