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"Con i denti" Kristen Arnett Bollati Boringhieri Editore

 


"Con i denti" Kristen Arnett Bollati Boringhieri Editore








"Davvero non capiva suo figlio, anche se l’aveva portato in grembo, anche se per quattro mesi di fila aveva vomitato ogni singola colazione, anche se aveva affrontato due interi giorni di travaglio prima che glielo togliessero dalla pancia, lasciandole una cicatrice che ancora le dava fastidio, per quanto Monika continuasse a ripeterle che era il simbolo del loro amore per il piccolo. 
Almeno condividevano il nome, se non altro. Suo figlio era Samson Thomas Carlisle, e finché era suo l’avrebbe protetto."


La complessità di essere madre, la difficoltà a comprendere cosa si cela nella mente di un bambino, il contrasto tra l'idea mitologica della maternità e la dura realta: Sammie rappresenta uno status vissuto da tante donne.
Samson è stato voluto, desiderato.
Protetto per nove mesi accettando il pregiudizio di una società che condanna un amore omosessuale.

"Sammie non metteva piede in una chiesa da anni – a malapena parlava ai suoi genitori, che usavano il loro essere cristiani come scusa per non riconoscere la sua omosessualità e il suo matrimonio."

Monika è moglie e compagna, ma nella spartizione di ruoli è colei che non ha rinunciato alla carriera.
Una coppia che da subito presenta disarmonie e quel bambino 

"era sempre lì, come un grumo minaccioso che le separava.
Una barriera fisica."

"Con i denti", pubblicato da Bollati Boringhieri e tradotto da Benedetta Gallo, è arguto, tagliente, onesto.
Traccia il profilo di una generazione che sta cercando il suo spazio nel mondo.
È messa a fuoco una famiglia arcobaleno ma non cambiano le problematiche che affliggono i nuclei familiari.
L'originalità del testo sta proprio nel dimostrare lo sgretolamento dell'unione tra due esseri differenti.
Le fantasie liberatorie, i desideri non condivisi, l'incapacità di pianificare un progetto educativo.
Molti sono i simbolismi come la bambola alla quale il ragazzino si attacca morbosamente.
È l'elemento di disagio, quel disagio che non si concede al figlio.
La scrittura è avvincente, sincera, a tratti malinconica.
Mostra le oscure barriere che edifichiamo per difenderci anche da chi amiamo, le insicurezze che ci impediscono di abbandonarci completamente.
Forte è il bisogno di tornare ad essere un Io e non un Noi.
Articolata la trama con stilemi che si intersecano, permettendo di far entrare nella scena personaggi minori.
Chi sono gli altri?
Cosa sanno di noi?
Cosa li spinge a giudicarci?
Kristen Arnett scrive un romanzo attualissimo con una verve disincantata e vivace.
Ha il coraggio di narrare con voce ferma chi siamo, da cosa scappiamo e cosa vorremmo.
Una prova letteraria brillante e scorrevole.
Per chi non si accontenta di una normalità di facciata.

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