"Il bambino" Massimo Cecchini Neri Pozza
"Lo chiamavano tutti Angelino, oppure il Bambino, come se l'handicap gli avesse portato in dote almeno il frutto di un'eterna infanzia del corpo.
Ma miracoli del genere non avvengono.
Il neonato divenne bimbo, poi adolescente, quindi uomo, vivendo tutti i mille disagi che la combinazione di malattia ed età biologica trascinava con sè."
In un mondo che ci propina la perfezione quasi come obbligo, come carta d'identità per essere accettati, "Il Bambino", pubblicato da Neri Pozza Editore, scombina i disegni imperanti.
Una storia vera che diventa eccezione, sublimando in chiave laica il vero senso di famiglia.
Pietro e Anna Bonaventura sono giovani della borghesia romana, approdati al matrimonio con quella leggerezza che solo il grande amore può comprendere.
Sono gioiosi e desiderosi di realizzare progetti e sogni.
La nascita di Angelino affetto da un grave handicap modifica le carte del destino.
Le vie da percorrere non sono più piane ma tortuose, piene di ostacoli e di buche.
Vediamo crescere il ragazzino e sentiamo come nostre le infinite difficoltà.
Ascoltiamo i suoni gutturali, i pianti, i lamenti e la grande voglia di esserci.
Il romanzo scavalca i confini di normalità e anormalità, mostra il vero volto della disabilità.
Lo fa con una scrittura immediata, essenziale, pura.
Non risparmia nulla, non concede tregua, riempie un vuoto di conoscenze sul disagio fisico e psichico.
Lo sguardo è implacabile come lo è la realtà, la narrazione è nitida, tagliente.
Entra nella carne, si fa voce, si fa sangue.
È il corpo martoriato che si offre con tutte le sue menomazioni sull'altare della verità.
È il desiderio represso, il bisogno straziato, la forza della sopravvivenza nonostante tutto.
È prova di una alterità che si dona a chi sa accoglierne le misteriose sorgenti d'amore.
Non un manichino ma un essere vivente con le sue esigenze sempre crescenti.
Mentre la società è assente, incapace di accogliere e trasmettere coraggio, i due genitori con una dedizione commovente si prendono cura del figlio.
Osservandoli comprendiamo il senso profondo del "prendersi cura".
La nostra prima reazione è l'emozione ma mentre le pagine si susseguono sentiamo di appartenere a quel nucleo familiare.
Vogliamo imparare ad esserci, passare le notti seguendo le esigenze di Angelino, provare a intonare canzoni per distrarlo.
Ad affiancare i genitori due sorelle filippine che, emarginate e impaurite, trovano una casa, un luogo che le protegge dall'aggressivita del fuori.
Ecco che si crea una piccola comunità affiancata da un'altra figura che segnerà un punto di svolta.
Lorenzo è un angelo custode, un compagno, un amico.
Massimo Cecchini alla sua prima prova letteraria lascia esterrefatti.
Scrive con sicurezza scegliendo uno stile asciutto, uscendo dalla dimensione del pietismo.
Ci regala una meravigliosa storia di coraggio, tenacia, affetto.
Ci insegna a non voltarci dall'altra parte, a pretendere attenzione da parte delle istituzioni.
Ci invita a riflettere sui tanti giovani meno fortunati del protagonista, scartati, esclusi, emarginati.
Mette in luce le carenze del sistema sanitario, delle strutture di cura.
"Nonostante tutto, a tenerli insieme era la convinzione che in un altro tempo e in un altro luogo avrebbero potuto essere felici."
Una grande, meravigliosa lezione di vita, Grazie!
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