"Le tigri sono in giro Le indagini di Jackson Lamb" Mick Herron Feltrinelli Editore
"Gli incontri casuali possono accadere ad alcune persone, in alcuni luoghi, ma alle spie non succedono mai."
Ogni nuovo libro di Mick Herron è una piacevole scoperta, un'occasione per entrare nella mente di uno dei più geniali ideatore di spy novel.
Non sono solo le trame che vengono costruite pezzo dopo pezzo inserendo sospetti, tracce, false piste.
È la capacità di rendere possibile l'impossibile attraverso una verve narrativa creativa e sfrenata.
Rispetto a "Dead Lions" ( Feltrinelli 2022 ), la nuova prova narrativa ha tratti spiccatamente più introspettivi.
È come se l'autore nel collocare la storia nella Londra brumosa abbia la necessità di farci spingere più in là.
Coloro che sono finiti al Pantano hanno commesso errori più o meno gravi, continuano ad essere spie ma con un passato da espiare.
E su queste crepe si concentra "Le tigri sono in giro Le indagini di Jackson Lamb, pubblicato da Feltrinelli e tradotto da Alfredo Colitto.
Si sgranano i fallimenti, mostrano la nuda verità, offrono le miserie e le debolezze.
Ma si percepisce lo sguardo indulgente dell'autore che come un padre conosce i propri figli e li difende da sé stessi.
Già nel titolo il riferimento alle tigri è espressione di forza e di tenacia.
Non è casuale il movente del testo, il rapimento di Catherine Standish.
Fa parte della squadra e non va abbandonata.
Bellissima la figura di questa donna che incarna il bisogno di redenzione.
"La maggior parte dei giorni andava tutto bene, ma a volte dei momenti difficili c’erano: le serate estive, o le lunghe notti invernali, quando si sentiva già ubriaca come se avesse bevuto senza saperlo e si fosse svegliata di nuovo con le vecchie abitudini.
Bere avrebbe dato inizio a un disfacimento che non sarebbe mai finito.
Bere anche solo una volta non sarebbe stata una ricaduta.
Sarebbe stato diventare una persona che aveva deciso di non essere mai più."
Intrigante e sornione Jack, pronto a mettersi in gioco.
Un supereroe o semplicemente un coraggioso fuoriclasse?
Nei momenti cruciali da bravo regista lo scrittore gioca sui chiaroscuri, incalza con dettagli il lettore, fa sentire il brivido della tensione.
Una scrittura ricca di dialoghi, incandescente, a tratti drammatica.
Le pagine scorrono in una ridda di immagini e di movimento.
Accelerazioni verbali, flash che colorano gli anfratti celati del potere.
Forte ma ben dosata la satira non solo alle mistificazioni di segreti inesistenti ma anche ai burattinai di un teatro dell'assurdo.
"Nessuno usciva dal Pantano alla fine di una giornata di lavoro con la sensazione di aver contribuito alla sicurezza della nazione.
Uscivano con la sensazione che il loro cervello fosse stato passato in uno spremiagrumi."
Magistrale esempio di narrazione bifronte e tocca a noi scovare i colpevoli, individuare le losche macchinazioni di chi si crede invincibile.
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