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"Sapere" Alessandro Carrera il Mulino Editore

 


"Sapere" Alessandro Carrera il Mulino Editore






"Chiunque oggi affermi che insegnare idee è tempo perso e che l'unico scopo dell'istruzione è quello di adeguarsi al mercato del lavoro strappa dalle mani delle classi meno abbienti una vittoria che nel corso della storia non era mai stata conquistata, e che va difesa ad ogni costo."

Trasmettere in un gesto d'amore non nozioni, ma idee significa liberare dalla schiavitù del pensiero dominante, educare ad accogliere e trasformare la conoscenza.
Renderla unica, irripetibile, utile.
"Sapere", pubblicato da il Mulino Editore nella Collana Parole Controtempo, è il movimento da chi parla a chi ascolta in uno scambio che rende il lettore protagonista.
Non ci sono formule magiche o rigidi assiomi, impietriti e impolverati.
È la vita che si interroga.
Perché conoscere in maniera consapevole significa esistere nel senso più profondo del termine.


"Questa non è soltanto l'epoca in cui si può essere informati su tutto senza sapere nulla, bensì, e soprattutto, l'epoca in cui non si sa che cos'è il Sapere.
E l'unico modo per tornare a saperlo è mettersi dalla parte di chi ancora non sa, scendere dalla cattedra, sedersi tra di loro, e porsi tutti insieme le stesse domande."

La parola chiave è noi che insieme attraversiamo le nebbie di un presente che si lascia suggestionare da false verità e mitologie culturali.
Ripartire dalle radici filosofiche che ci hanno portato all'oggi, tenendo presente il percorso cognitivo del passato ma con lo sguardo al futuro.
Comprendere senza timore "l'inconsistenza del presente, navigare "senza farsi travolgere."
Da Calvino a Socrate in una interazione che insegna a leggere i testi provando a coglierne l'attualità.
Interessante la riflessione sulle nuove forme comunicative, sul rapporto tra tecnologia e arte, sul valore della retorica.
Negli ultimi capitoli Alessandro Carrera, professore di Italian Studies e World Culture and Literatures all'Università di Houston, decodifica alcuni paradigmi degli anni Sessanta.
Ci invita a credere in un Sapere democratico e rivolto a tutti, ci ricorda attraverso il pensiero di Platone che "il Sapere è quello che ne facciamo noi, la generazione qui presente."

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