Passa ai contenuti principali

"Un'ultima cosa" Concita De Gegorio Feltrinelli Editore

 

Un'ultima cosa" Concita De Gegorio Feltrinelli Editore







"Pensavo: sono io che dovrei parlare per lei, per lei e per tutti quelli che non osano e non possono....forse è questo il mio compito.

Non so."


Concita De Gregorio sceglie come esergo le parole di Tove Jansson tratte da "Campo di pietra".

Quel "dovrei" sottolinea una urgenza che parte dal cuore, cresce giorno dopo giorno, si sviluppa attraverso uno studio accurato, elabora una struttura narrativa che nasce dall'affinità.

"Un'ultima cosa", pubblicato da Feltrinelli Editore, è un canto d'amore.

Dedicato a donne che hanno segnato la rottura con il loro tempo, sono vissute nell'ombra, hanno pagato prezzi altissimi, sono state tragicamente dimenticate.

Rinominarle significa concedere una seconda opportunità.

Ascoltare le loro voci, accogliere i loro desideri, curare le loro ferite, restituire uno spazio fisico e mentale.


"Questi testi nascono per essere portati in scena, letti ad alta voce, recitati.

Sono stati scritti cercando un tono ogni volta diverso: le pause, i respiri, le esitazioni, i pensieri inespressi di chi parla."


Si percepisce un afflato empatico tra l'autrice e le protagoniste, una conoscenza che sa essere sublime, ma quello che commuove è l'infinito rispetto di fronte alle fragilità, la delicata interpretazione delle solitudini e del dolore.

Da Amelia Rosselli a Lorenza Mazzetti, da Rosa Balistreri a Silvina Ocampo seguendo un unico filo conduttore.

Dare piena visibilità senza alterare o edulcorare le storie, permettere di narrarsi in piena autonomia, di rileggersi di fronte ad uno specchio.

E quello specchio siamo noi, inchiodate alla scrittura che è una musica.

A tratti drammatica, o dolce, spaventata, confusa.

L'impostazione stilistica è ariosa, cambia tonalità e timbro, concede attimi di tregua.

Il manicomio, i disamori, le solitudini, la rabbia, le passioni.

La scrittrice ci consegna un patrimonio culturale, uno splendido album di foto.

Preserviamole e conserviamole, proteggiamole dalla ruggine del tempo.

Impariamo ad amarle per quello che sono state, leggiamo le loro opere, soffermiamoci sui loro disegni.

Continuamo a tenerle in vita.



Commenti

Post popolari in questo blog

"I lupi dentro"Edoardo Nesi La Nave di Teseo

  "I lupi dentro" Edoardo Nesi La Nave di Teseo Non credo che "I lupi dentro", pubblicato da La Nave di Teseo, chiuda un cerchio. È il teatro che irrompe con la sua vitalità in una brillante ricollocazione dei personaggi che già conosciamo. Torna Fede Carpini che avevamo incontrato in "Fughe da fermo". Cambia lo scenario storico e politico, resta un'elegia malinconica che pervade le pagine. Si è conclusa un'epoca lasciando macerie e nelle vicende del protagonista è inscritta la traiettoria italiana. Ancora una volta Edordo Nesi ci regala un romanzo collettivo, una voce corale dove la memoria è un pericoloso cunicolo. Giocando sul passato e sul presente, sui cambiamenti di tonalità, sui falsi miti degli anni Ottanta, l'autore scolpisce quel che eravamo e quel che siamo diventati. Il tracollo economico è solo un pretesto per accendere le luci su un'economia che ha spazzato via un apparato produttivo fertile e creativo. Lo scrittore registra c

"Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni

  "Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni  "È così Napoli, una voce che si spande vanamente." La scrittura di "Tutto qui", pubblicato da Graphe.it Edizioni, ha la consistenza di una brezza che si posa sugli oggetti con leggerezza. Di un canto d'altri tempi. Di profumi dimenticati. Di incontri che sfumano nel ricordo. Di sogni che si scontrano col reale. Di strade dove ognuno segue la sua ombra. Di silenzi assordanti. Di amori sfioriti e di abitudini stancanti. Di musiche segrete. Di partenze e scomparsi senza nome. Di stelle e di cieli infiniti. Di solitudini struggenti e di rimpianti nei cassetti. Nicola Guarino costruisce i racconti come fossero spezzoni di film. Li colloca in un Sud sconosciuto, filtrato dalla poetica di una memoria ancestrale. Un gesto, un incedere, un dettaglio nella perfezione di uno stile narrativo compatto e mai artefatto. Fotografie che " salvano dalla morte e dall'oblio."

"Il passeggero" Cormac McCarthy Einaudi Editore

  "Il passeggero" Cormac McCarthy Einaudi Editore  " L'abisso del passato nel quale il mondo precipita. Tutto che svanisce come se non fosse mai esistito. Difficilmente vorremmo conoscere noi stessi com'eravamo in passato e tuttavia piangiamo i tempi andati." Sedici anni: l'attesa del nuovo romanzo di Cormac McCarthy ci è sembrata infinita. Leggendo "Il passeggero", pubblicato da Einaudi Editore grazie alla traduzione di Maurizia Balmelli, comprendiamo il lungo silenzio dell'autore. La nuova prova letteraria è una vertigine, un viaggio nei territori dell'ignoto, una sperimentazione culturale. Più tematiche creano una stratificazione di generi e stili. Mi piace immaginare che Bobby Western sia il nostro alter ego. La trama molto articolata e movimentata è decisamente fondamentale ma c'è molto altro. Il protagonista è un pellegrino, assetato di sapere. La missione di recupero del jet affondato al largo della baia del Mississippi intro