"Mammut" Eva Baltasar Nottetempo Editore
"Non era stato il desiderio di un figlio a rapirmi, ma piuttosto il desiderio di portarlo in grembo, di far passare la vita attraverso il corpo, di creare."
Maternità e creazione in un amplesso che può stritolare.
Essere cellula e produrre cellula.
Aprire la mente e farla guscio.
Se il figlio è negato bisogna fuggire, trovare quell'Altrove dove ricucire strappi, dove tornare a desiderare.
"Mammut", pubblicato da Nottetempo Editore e tradotto dal catalano da Amaranta Sbardella, è il bisogno di diventare Tempio d'amore.
Rispetto a "Boulder" ( Nottetempo 2021) la Natura viene esplorata con animalità felina.
A questa si affida e si concede.
Da amante e da bambina, da donna e da dea.
La protagonista e voce narrante ha la lucidità di chi vede oltre le cose.
La freddezza di un foglio di excel che raccoglie le sue ricerche su "Demografia e longevità" è la ripugnante necessità di catalogare e circoscrivere la vecchiaia.
Non concede spazio agli anziani che vengono studiati, sono solo cartine al tornasole di una ricerca senza senso.
Offende la loro dignità, quei brandelli di tempo che restano.
Lasciare Barcellona, grondante calore, case piene di rumori e vuote di emozioni, dimenticare "il respiro del mattino" di una città vulnerabile e assente.
"Dovevo liberarmi dalla gabbia."
È questo il percorso da seguire facendosi ispirare dall'istinto.
Essere terra e luce, materia che sa accogliere i raggi del sole, membra che si distendono nel tentativo di abbracciare il Tutto.
Poetica e carica di allusioni, tempestosa e graffiante, tormentata e libera: è questa la scrittura di Eva Baltasar.
In questa prova letteraria si libera da convenzioni che schiavizzano, mostra una figura femminile indocile, forte, incapace di cedere alle lusinghe di ruoli prestabiliti.
È lei madre senza esserlo fisicamente, musa che sa cantare insieme al Creato, ancestrale e simbolica immagine di una procreazione che non si può interrompere.
Esistenza che nello spazio della solitudine ricrea sé stessa, impasta sangue e lacrime e vittoriosa stringe insieme i sogni infranti di tante.
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