Storia confidenziale dell'editoria italiana" Gian Arturo Ferrari Marsilio Editore
"Storia confidenziale dell'editoria italiana", pubblicato da Marsilio Editore nella Collana Romanzi e Racconti, è di quei testi da tenere sul comodino e leggere con calma.
Vi avviso, la scrittura è avvincente e le 362 pagine attraggono tanto.
Come definirlo?
La prima caratteristica è che non rientra in nessun canone ma li contiene tutti.
È un viaggio storico che con precisione di chirurgo esperto destruttura e ricostruisce pezzo dopo pezzo un secolo.
Un itinerario antropologico che indaga gli usi, i costumi, le abitudini degli italiani.
Studia i personaggi, ne tratteggia pregi e difetti.
Un album di foto color seppia di episodi ed eventi che hanno segnato l'universo editoriale.
Un quaderno di ricordi, incontri, emozioni.
L'inquadratura di più scenari geografici dove dominano Milano e Torino.
Il divertente e provocatorio ritratto dei Colossi culturali.
Mondadori, Rizzoli, Bompiani, Einaudi narrati senza mistificazioni e con incredibile spirito critico.
Il coraggio e le preoccupazioni, la voglia di correre il rischio di editare un autore sconosciuto, il piacere di aver compreso le aspettative dei lettori.
La fiera di Francoforte dove "brulica l'universa umanità editoriale, intenta in apparenza a cercare di accaparrarsi quel che pensa possa fare al caso suo, ma in realtà ad immergersi e nuotare nel proprio mare. Un'umanità affannata e indaffarata, in perenne ritardo agli appuntamenti, ma ben contenta."
L'esperienza personale di Gian Arturo Ferrari non è solo rivisitazione dei tanti passaggi importanti, delle tappe di una carriera brillante.
È molto di più, coesione e condivisione di un progetto culturale che deve includere chi ha passione ed entusiasmo.
Chi crede nella libertà di stampa e di espressione.
Chi cerca formule linguistiche e stilistiche nuove.
Non cede ai sentimentalismi, è implacabile e sornione.
"Il destino degli editori, che stanno con un piede di qua e uno di là, è tutto nelle loro mani.
Dipende tutto dalla loro sensibilità, dalla capacità - senza ausili, senza stampelle, senza chiodi cui aggrapparsi - di avere occhio e orecchio per il futuro.
Sono oggi più liberi di quanto siano mai stati, ma la libertà, soprattutto in Italia, è una condizione cui non siamo tanto abituati."
Non mi resta che ringraziare l'autore e Marsilio per avermi permesso di conoscere quell'universo culturale che amo tanto.
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