"Il diacono King Kong" James Mcbride Fazi Editore
"Tutto quello che sei, tutto quello che sarai in questo mondo crudele, dipende dalla tua parola."
L'America descritta da James Mcbride ha il potere di attrarci.
Le sue periferie, la mescolanza di razze, i traffici loschi, le chiacchiere di quartiere, delineano un affresco che si differenzia dalle rappresentazioni di una comunità tetra e peccatrice.
Vitalità, ironia, analisi psicologica dei personaggi rendono "Il diacono King King", pubblicato da Fazi Editore nella Collana Le strade e tradotto da Silvia Castoldi, un testo dalle mille sfaccettature.
Ai vertici delle classifiche di vendita, ha vinto l'Andrew Carnegie Medal for Excellence in Fiction.
Se stile e linguaggio si avvicinano a "The Good Lord Bird La storia di John Brown" (Fazi 2021) questa nuova prova narrativa ha risvolti più intimisti, scava nelle menti e nel passato di uomini e donne, dimostra che la trama può essere un pretesto per conoscere la vera natura dell'essere umano.
L'attenzione del lettore si concentra su uno strano e misterioso evento.
Cosa spinge il diacono Cuffy Lambkin, per gli amici Spotcoat, a sparare al giovane Deems, spacciatore temuto nel quartiere?
L'annebbiamento dovuto all'alcol o il bisogno di dare una lezione al peccatore?
Potrebbe essere un noir da risolvere ma non è questo l'obiettivo dello scrittore.
Fondamentale è dare voce ad un'umanità che vive in bilico tra bene e male, che forse non ha avuto scelta nel percorrere la strada accidentata dell'arrangiarsi.
La figura dell'Elefante è emblema di ciò che non si vorrebbe essere e nei suoi ricordi del padre emerge una infinita tenerezza.
Chi sono i buoni e chi i cattivi?
Il ritmo musicale ricorda le note del sassofono e la sceneggiatura impeccabile una commedia americana dai colori accesi.
Forte è il legame con chi non c'è più, presenza aleatoria nella mente di chi resta.
Per chi vuole perdersi nelle vorticose stade di un'America multietnica cercando di studiarne le luci e le ombre.
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