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"La resa" Jelena Lengold Voland Editore

 

"La resa" Jelena Lengold Voland Editore





"I voti di silenzio che stringiamo con qualcuno sono simili a stanze poco illuminate.

Tutto quello che ci porteremo dentro, in qualsiasi momento della vita, rimarrà nell'ombra e nella semioscurità."


Una ragazzina e l'infanzia in una città di provincia.

Lo spensierato equilibrio si spegne alla morte della madre e tra il padre e il fratello la tensione si fa insopportabile.

Il silenzio sarà un suggello che unirà per sempre due giovani che non conoscono parole di ricostruzione.


"Ciò che è indicibile resta là, nel profondo, in uno schizzo di acqua gelata, nell'oscurità, assediato da pietra e muschio, resta soffocato nel grido e nel tintinnio della catena.

Non esce mai più, non compare più tra i vivi, non insegna loro più niente."


Solo i sogni assumono le forme di ciò che si vuole dimenticare.

"La resa", pubblicato da Voland Editore, tradotto da Elisa Copetti e curato da Alice Parmeggiani, ha una struttura teatrale che assume gradazioni drammatiche e simboliche.

Si sviluppa su più tempi creando un crescendo psicologico che esplode nel finale.

Dalla bambina con il suo terribile segreto alla ragazza intrappolata in un bisogno di amore che sfuma in relazioni vuote di senso.

È l'ultima parte del romanzo a scardinare le resistenze, ad aprire un varco nella mente della protagonista.

Madre e moglie deve intraprendere una salita che la porterà all'apice di una montagna.

In quel luogo metaforico dovrà scegliere tra verità e menzogna, sciogliere lacci che non le permettono di essere libera.


"Attraversate correndo i giorni, convinti per molto tempo che qualcosa di importantissimo stia per arrivare.

E che il peso che portate con voi debba scomparire, a un certo punto lungo la via."


La scrittrice serba Jelena Lengold, vincitrice nel 2011 del Premio dell'Unione Europea per la letteratura, ha una voce incisiva e poetica.

Traccia con una verve narrativa modulata le fasi di un percorso di consapevolezza.

Dimostra che il tempo può trasformarsi in un mostro che ci tiene prigionieri.

Ma c'è sempre uno scarto, una luce che accende nuove opportunità.

Basta seguire quella luce nella certezza che il passato va lasciato galleggiare nelle acque limacciose del peccato.



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