"I donatori di sonno" Karen Russell SUR
Pubblicato in America nel 2014, "I donatori di sonno", arriva in Italia grazie a SUR nel momento giusto.
Siamo usciti dal Covid e dobbiamo fare i conti con incertezze, paure, ferite.
Il romanzo, oscillando tra reale e fantastico, ci permette di osservare dall'esterno, spettatori volontari di una pandemia inesorabile.
Trish è un personaggio duplice, complesso.
La perdita della sorella, vittima di insonnia terminale, la pone in una condizione di fragilità.
Sarà questo suo vulnus dolente a dominare la narrazione, a rendere il testo carico di pathos.
Nello scegliere donatori per le trasfusioni di sonno deve superare il trauma subito, essere professionale, staccare la mente dall'istinto.
La piccola A sarebbe perfetta ma il padre cerca di difendere la figlia.
Non si conoscono le conseguenze future, la scienza non fornisce risposte precise, i media confondono le idee.
Si crea una dicotomia tra ciò è bene e ciò che è ignoto, tra ciò che è giusto eticamente e ciò che ci impaurisce.
Karen Russell ha un suo inconfondibile stile ed è impossibile incasellarne il genere.
Ha la capacità di scuoterci mostrandoci il vero volto dei nostri incubi.
Costruisce una trama a tratti surreale ma è proprio questa miscela esplosiva tra fantasticheria e realismo a dare un tocco magico alla sua scrittura.
Mette a nudo uomini e donne, li costringe ad affrontare il bivio.
Non importa quale strada sceglieranno, quello che conta è trovarsi soli con la propria coscienza.
Spettacolare come sempre la traduzione di Martina Testa, capace di modulare il pensiero dell'autrice.
Viene in mente il mito greco e il legame tra Ipnos e il fratello Thanatos.
Nel testo forte è la correlazione tra abbandono al sogno e morte.
Il romanzo fa intravedere aspetti celati della nostra società, sovraeccitata, accelerata, manovrata dai media.
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