La struttura narrativa di "Turbolenza", pubblicato da Adelphi, ricorda il precedente romanzo di David Szalay, "Tutto quello che è un uomo". Una concatenazione di racconti che si riuniscono in un unico tema centrale. Lo scrittore ha la capacità di farci assaporare storie diverse creando un cerchio magico che le unisce. Nel ritrovare gli stessi personaggi, nella necessità di fuga che li accomuna, negli incontri all'apparenza casuali, nella ripetizione di simili idiosincrasie si compone una mappa del genere umano. Ogni figura è in attesa di qualcosa che possa alterare il corso della vita, quella inquietudine che li porta a sperimentare un nuovo cammino, una deviazione non sempre prevedibile. Un incidente, un malessere, un amore improvviso e dirompente, un incontro di poche ore: basta niente per travolgere la quiete. Ancora una volta l'autore si cimenta in un'impresa non facile: dimostrare che niente è statico ma un perenne mutamento governa...
Le recensioni dei libri che amo