"Sentire adesso ciò che potevo provare allora non è più possibile." Tornare agli anni 60, rivedersi universitaria, trasformare "L'evento" in una rivisitazione dolorosa e necessaria. Annie Ernaux nella testimonianza pubblicata da "L'Orma", rileggendo il diario e l'agenda della sua giovinezza, prova a liberarsi dal senso di colpa. La sua esperienza è quella di una catena invisibile di donne, costrette a ricorrere all'aborto clandestino. Una decisione che non potrà mai essere scelta libera, che non potrà essere cancellata. Resta come una ferita del cuore e della carne. La scrittura può aiutare a far scivolare via il senso di sconfitta, la vergogna, l'amarezza? Le pagine sono intrise di dolore e sebbene la scrittrice cerchi di essere distante la colata di lacrime arriva fino a noi. I gesti della mammana, gli sguardi gelidi del medico, l'indifferenza del compagno sono lame taglienti. "Mi guardo le gambe nei coll...
Le recensioni dei libri che amo