Scorre come il vento di scirocco, penetra nelle anime dei lettori, diventa storia condivisa, riflessione pofonda sul senso degli eventi che segnano le nostre esistenze. "Il treno dei bambini", pubblicato da Einaudi nella collana Stile Libero, è la scoperta di un gioiello raro, impreziosito dalla capacità di raccontare una storia bellissima che sarebbe stata dimenticata. È il 1946 e migliaia di bambini meridionali vengono accolti da famiglie del Nord. Una forma di solidarietà voluta dal Partito Comunista forse con la speranza di creare un ponte ideale tra Nord e Sud. L'interpretazione del piccolo Amerigo, strappato dalla miseria dei vicoli napoletani, lascia senza parole. Nella gestualità, nel linguaggio, nelle incertezze si coglie non un artefatto narrativo, ma una figura in carne e ossa. Ne percepiamo i battiti del cuore, viviamo un'innocenza che presto si frantumerà. Il prima con mamma Antonietta che "non tiene mai genio ...
Le recensioni dei libri che amo