"Mi sono collocata in un limite Ci vivo dentro Aspetto il momento di abbandonarlo" Varcare il perimetro spigoloso di una interiorità che non ha pudori: "Permafrost", pubblicato da "Nottetempo", è una confessione, un lungo monologo che ferisce e guarisce. La poetessa Eva Baltasar al suo esordio narrativo travolge con parole di fuoco. Non ci sono argini a contenere il bisogno di concedersi. Nella negazione di una normalità vissuta come prigione, la protagonista cerca la cifra della vera identità. In bilico tra ricordo e sogno descrive "la resistenza, unico modo per vivere intensamente". Per farlo è necessario abbattere "le misure di sicurezza", quei muri granitici che opprimono imponendo regole precise. È il corpo che si ribella, cercando nelle amanti un doppio o semplicemente un nuovo gioco di ruoli. Quella famiglia bigotta, quella madre assetata di perfezione diventano mausolei ghiacciati e per uscirne bisogna fare ...
Le recensioni dei libri che amo