"Babilonia" Yasmina Reza Adelphi Editore
"Qualsiasi foto coglie quello che coglie, un istante pietrificato che non si ripeterà più, e che forse come tale non ha nemmeno avuto luogo."
L'istante che cambia tutto.
È un vento impetuoso, una valanga, un torrente in piena.
Travolge lo schema all'apparenza ordinato di un quotidiano ripetitivo.
Si insinua nelle coscienze e non dà spazio al ragionamento.
"Babilonia", pubblicato da Adelphi Editore grazie alla traduzione di Maurizia Balmelli, ne fotografa la potenza distruttiva.
Fin dalle prime righe abbiamo la percezione di un tempo in divenire.
Piccoli segni, le scale di un condominio, un incontro casuale, le corse dei cavalli.
Elisabeth, inquieta, frastornata, malinconica.
Sa che è arrivata ad un bivio e la festa di compleanno diventa una sfida.
Il matrimonio, i figli, il lavoro e la solitudine dei ricordi.
Il padre, l'ex fidanzato, l'amica: fogli sparsi di ciò che è scomparso.
Jean -Lino è il vicino di casa, colui che sa ascoltare.
Insignificante, un uomo come tanti.
Parole sbagliate frantumano la quiete.
La protagonista entra in un vortice che non le appartiene.
Ma in quel disordine e in quella realtà tragica trova il suo spazio.
Chi è veramente Elisabeth?
Quali fantasmi vuole combattere?
Cosa la lega a Jean -Lino?
Yasmina Reza vuole provocarci e ci riesce.
Ci trascina dove vuole, ci fa sentire l'afrore della banalità, costruisce un romanzo in bilico tra farsa e realtà.
Mostra che "le cose più ordinarie" hanno un doppio volto, che esiste uno spazio in cui bene e male convivono.
Il linguaggio affilato, essenziale è l'arma vincente.
Piaccia o non piaccia si resta coinvolti da una storia che non solo ci sfiora.
Penetra e disorienta, si impone e suscita emozioni forti.
Costringe a chiederci quanto siamo capaci di vivere la finzione di un'esistenza senza colpi di scena.
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