"Cose che non si raccontano" Antonella Lattanzi Einaudi Editore
"Perché adesso sto raccontando?
Io che non racconto mai niente.
Sto raccontando perché nella mia testa non c’è nient’altro.
Solo questo rosso."
"Cose che non si raccontano", pubblicato da Einaudi Editore, va accolto come un grazia che arriva inaspettata.
Un libro di una purezza cristallina, così intenso da lasciare pietrificati.
Nello scriverne si ha il timore di non essere capaci di restituire la sua intrinseca bellezza.
Una bellezza aspra, poetica.
Ogni commento è inappropriato, misero, stentato.
Ed ecco che si torna a leggere le pagine e le parole arrivano lente, inesorabili, meravigliose.
Sentiamo il pathos di una scrittura che sfida l'indicibile, trova il coraggio di donare la sua storia.
Che non è solo la difficoltà a diventare madre, è l'attesa, la paura, il senso di colpa.
È il corpo che ci parla.
Un corpo ferito che prova a ricomporsi.
È l'anima che affronta la sofferenza e la offre a tutti noi.
È il rimorso ed il rimpianto, è il rosso che distrugge la speranza.
Si vorrebbe abbracciare Antonella Lattanzi, dirle "io ci sono."
Dirle grazie per avermi dato la forza di far riemergere ricordi.
Solo le lacrime che scorrono narrano quanto la vera letteratura sia catartica.
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