Passa ai contenuti principali

"La buona condotta" Elvira Mujčić Crocetti Editore

 

"La buona condotta" Elvira Mujčić Crocetti Editore 





"Gli sembrava di essere l’eroe di un film che dice la frase saggia e poi sparisce nella nebbia, mentre scorrono i titoli di coda e nessuno saprà mai come sia andata a finire."


Serbi e albanesi riusciranno a trovare un linguaggio comune?

Esiste un punto di convergenza ma soprattutto quanto quella diatriba che ci sembra lontana ci coinvolge?

Elvira Mujčić riesce a dare risposte ai nostri interrogativi.

Lo fa grazie alla conoscenza profonda della terra dove è nata.

La sua scrittura però non è circoscritta ad uno specifico territorio.

"La buona condotta", pubblicato da Crocetti Editore, diventa simbolo di una narrazione collettiva.

In un piccolo paesino del Kossovo a maggioranza serba Miroslav si candida a sindaco.

Il suo nome significa "Colui che onora la pace" e questo è il suo obiettivo: unificare e non dividere.

Una campagna elettorale complessa mostra i fantasmi del passato difficili da dimenticare.

Ad accompagnarlo nell'avventura non facile una serie di personaggi secondari che animano la scena con le loro personalità spiccate.

Un mondo in miniatura tra difetti, pregi, follie e tanta poesia.


"L’unico progetto politico che imperversava in quei territori era il nazionalismo religioso e Miroslav non poteva pensare di vincere senza calcare sul tema dell’identità, perché la gente doveva sapere chi era, da che parte stava. Indipendente da chi? Liberale per le libertà di chi?"


La vittoria del candidato non è accettata da Belgrado che manda un supervisore.

La trama subisce un cambiamento brusco e passa dallo studio antropologico ad una analisi politica raffinatissima.

Entrano in gioco antichi stratagemmi del potere che opprimono e schiacciano le individualità.

Il romanzo assume i connotati di una spietata denuncia di tutte le forme di nazionalismo esasperato.

Ma soprattutto mostra quanto facilmente ci lasciamo ingannare da una realtà costruita ad arte.

Essere liberi, liberi davvero significa spezzare le catene di una millenaria barbarie che ci vede fratello contro fratello.

Una lezione che si imprime nelle menti, non possiamo permettere che l'inerzia della Storia ci trascini nel fango della menzogna.

Un invito a far fiorire la responsabilità individuale.




Commenti

Post popolari in questo blog

"I lupi dentro"Edoardo Nesi La Nave di Teseo

  "I lupi dentro" Edoardo Nesi La Nave di Teseo Non credo che "I lupi dentro", pubblicato da La Nave di Teseo, chiuda un cerchio. È il teatro che irrompe con la sua vitalità in una brillante ricollocazione dei personaggi che già conosciamo. Torna Fede Carpini che avevamo incontrato in "Fughe da fermo". Cambia lo scenario storico e politico, resta un'elegia malinconica che pervade le pagine. Si è conclusa un'epoca lasciando macerie e nelle vicende del protagonista è inscritta la traiettoria italiana. Ancora una volta Edordo Nesi ci regala un romanzo collettivo, una voce corale dove la memoria è un pericoloso cunicolo. Giocando sul passato e sul presente, sui cambiamenti di tonalità, sui falsi miti degli anni Ottanta, l'autore scolpisce quel che eravamo e quel che siamo diventati. Il tracollo economico è solo un pretesto per accendere le luci su un'economia che ha spazzato via un apparato produttivo fertile e creativo. Lo scrittore registra c

"Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni

  "Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni  "È così Napoli, una voce che si spande vanamente." La scrittura di "Tutto qui", pubblicato da Graphe.it Edizioni, ha la consistenza di una brezza che si posa sugli oggetti con leggerezza. Di un canto d'altri tempi. Di profumi dimenticati. Di incontri che sfumano nel ricordo. Di sogni che si scontrano col reale. Di strade dove ognuno segue la sua ombra. Di silenzi assordanti. Di amori sfioriti e di abitudini stancanti. Di musiche segrete. Di partenze e scomparsi senza nome. Di stelle e di cieli infiniti. Di solitudini struggenti e di rimpianti nei cassetti. Nicola Guarino costruisce i racconti come fossero spezzoni di film. Li colloca in un Sud sconosciuto, filtrato dalla poetica di una memoria ancestrale. Un gesto, un incedere, un dettaglio nella perfezione di uno stile narrativo compatto e mai artefatto. Fotografie che " salvano dalla morte e dall'oblio."

"La chiave di Berlino" Vincenzo Latronico Einaudi Editore

  "La chiave di Berlino" Vincenzo Latronico Einaudi Editore  "Di me non sapevo niente. O meglio: ciò che sapevo volevo dimenticarlo. Trasferendomi a Berlino speravo di scoprire qualcosa osservandomi in un contesto alieno, come nell'esperimento di un chimico che esplora le proprietà di un reagente nuovo." Abbandonare un futuro forse già scritto, scegliere un luogo che allontana da ogni idea di appartenenza, vivere lo spazio vuoto e provare a riempirlo. "La chiave di Berlino", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana Frontiere, è un viaggio antropologico. Una analisi del contesto sociopolitico, una rappresentazione del cambiamento culturale delle città europee. Partendo dall'esperienza personale Vincenzo Latronico coglie il vulnus di una generazione che ha visto sfiorire i propri ideali. "La nostra non era superficialità o trascuratezza: nel trasferirci, per molti versi, avevamo scelto di vivere una vita lontana dall'impegno politico. Ave