"Solo vera è l'estate" Francesco Pecoraro Ponte alle Grazie
Francesco Pecoraro ha il coraggio di confrontarsi con un evento volutamente dimenticato.
Il G8 di Genova è una ferita aperta e un passaggio di stato.
Da questo evento è scaturita una rotazione della realtà e quel fermo immagine continua a tormentarci.
"Solo vera è l'estate", pubblicato da Ponte alle Grazie, ha il pregio di compiere un'analisi del cambiamento attraverso il filtro dell'osservatore esterno.
La struttura narrativa è montata su più piani architettonici e a dominare sono i paesaggi.
Il litorale laziale e in lontananza le notizie che arrivano dalla città blindata, i colori che si sovrappongono in una composizione che fa pensare alla distanza, a punti che non riescono ad incontrarsi.
I giovani protagonisti con le loro voci, i ragionamenti, i conflitti rappresentano l'Italia spaesata e in bilico.
Si deve attraversare un confine e non si sa cosa si prospetta, il tempo si ferma, le percezioni si dilatano.
Bisogna avanzare o arretrare?
Ma non è solo questa la domanda che arriva come una sferzata di gelo.
La Storia influisce sulle nostre scelte?
Le risposte restano in sospeso perché è questo il ruolo della vera letteratura.
Offrirci un'occasione, uno spazio personale, una stanza tutta per sè.
Darci quella spinta per rileggere la nostra società senza ideologie forzate, senza mitologie.
Lo scrittore ci regala uno sguardo alternativo, una visione oggettiva.
Ci racconta il disinganno di ieri e di oggi, la dicotomia tra ciò che si è e ciò che si è costretti ad essere.
Demolisce i muri di omertà che opprimono le nostre menti.
La sua scrittura è densa di immagini e parole, di scorci introspettivi, di vitalità.
Sa attrarci nel gioco dei contrasti, nelle mezze verità, nella bellezza di una parola che non si nega ma si concede.
Commenti
Posta un commento