"I ragazzi di sessant'anni" Romolo Bugaro Einaudi Editore
L'età non può definirti: questo è il senso del meraviglioso "I ragazzi di sessant'anni", pubblicato da Einaudi Editore.
Rifiutare la metamorfosi è possibile grazie a piccole strategie.
Sentirsi ancora giovani, vestire e muoversi come se il tempo fosse solo un'invenzione.
Passeggiare, fare sport, non rannicchiarsi e rassegnarsi.
Il protagonista diventa i tanti, la moltitudine dei coetanei e questa trovata creativa permette di prendere le distanze da una narrazione narcisistica.
Romolo Bugaro con una scrittura ironica riesce a radiografare una generazione che non sa più dove collocarsi.
Spenti gli ardori giovanili, gli impeti rivoluzionari, vivono all'interno delle case come alieni.
Non riconoscono le scelte dei figli, non sopportano la petulanza degli anziani, non comprendono le dinamiche affettive dei giovani.
Lo scrittore mette in scena la contemporaneità.
Un lago immobile dove galleggiano vecchi rimpianti, occasioni perdute, amori mai dimenticati.
Una società dove l'operatività è solo uno strumento per dimenticare che il lavoro è precario e insoddisfacente, le relazioni vuote di parole, la cultura un sogno lontano.
Dove la vecchiaia è una tara da dimenticare, il decadimento fisico e psichico un demonio da contrastare.
"I ragazzi di sessant'anni sono finiti a bordocampo, persino più indietro, forse il primo passo di un lungo cammino verso l'insignificanza, la dissolvenza, chissà."
Quello stato d'animo che si prova quando si ha la sensazione di essere aggrappati al Nulla.
Il presente è inconsistente, il futuro una chimera e il passato una macchia ingombrante.
Ma attenzione, sarà proprio il prima a redimere e assolvere.
Ad accogliere chi non c'è più, a dare senso alle scelte, anche a quelle avventate.
E quando sarà arrivata la resa dei conti quel niente che ci ha circondato si riempirà di voci e volti.
Un libro che regala il sorriso e qualche lacrima mentre un velo di malinconia ci ricorda che non si fugge dalle proprie paure.
"Tutto è vivido e ravvicinato, tutto si staglia nella luce pura."
Si abbandonano le maschere, non servono più.
È arrivata l'ora della consapevolezza.
Siamo noi con le nostre rughe, il passo incerto e quel grumo di giorni che si chiama vita.
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