"Madre" Goldie Goldbloom Playground Editore
"Forse è questo l'amore.
Una nebbia che avvolge la realtà e che acceca i vecchi."
Goldie Goldbloom insegna ad essere "Madre".
Il suo libro, pubblicato da Playground Editore grazie alla traduzione di Elio Turellato, non lascia indifferenti.
È il manifesto di una rivolta interiore.
Commovente, autentico, catartico.
Surie Eckstein, cinquantasettenne con dieci figli, fa parte della comunità ebraica ortodossa di Williamsburg a Brooklyn.
Rispettosa delle leggi, innamorata del marito, amorevole con la famiglia, viene travolta dalla notizia di essere incinta di due gemelli.
È impreparata a subire le critiche che certamente arriveranno ma non vuole rinunciare alla maternità.
Lei, aperta e solare, si chiude nel silenzio, cova il suo segreto.
Una grande tragedia ha segnato la sua vita, la morte del figlio Lipa, sieropositivo e gay.
In una lenta riconciliazione con il dolore Surie comincia a comprendere le scelte del suo ragazzo.
Entra in crisi perché intuisce di non aver accompagnato il percorso difficile del suo amato Lipa.
È il momento dell'emancipazione da una cultura che accetta l'altro solo se normale.
Ma cosa è la normalità?
I sentimenti non possono essere rinchiusi dentro gabbie di omologazione.
In un finale travolgente piangiamo con la protagonista, la stringiamo tra le braccia, vorremmo trovare parole di conforto.
Ma è lei a infonderci coraggio, ad invitarci a camminare anche quando la strada è lastricata da ciotoli taglienti.
Il romanzo narra la diversità nella diversità, mostra quanto gli schematismi religiosi siano pericolosi, insegna che la morte è solo un passaggio.
Una meravigliosa lezione di coraggio.
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