"Fame d'aria" Daniele Mencarelli Mondadori Editore
Ci sono libri che fanno sentire inadeguati, incapaci di esprimere giudizi.
Provocano emozioni difficili da raccontare.
Bisogna avere il coraggio di addentrarsi tra le pagine, in ascolto.
La scrittura non fa sconti, è diretta, arriva violenta come un temporale.
Il ritmo è lento, il tempo un piccolo frammento.
Il paesaggio sfumato come un un bosco fitto.
La trama prova ad unire due punti infinitamente distanti.
Un padre, Pietro.
Un figlio, Jacopo.
Un paese, Sant'Anna del Sannio.
Un fine settimana basta a mettere in scena il dramma.
Quello di un uomo che di fronte alla disabilità del suo ragazzo vacilla, vorrebbe fermare la rabbia e la stanchezza.
"Fame d'aria", pubblicato da Mondadori Editore, racconta la storia di coloro che non vogliamo vedere.
Eterni bambini incapaci di correre, parlare, sorridere.
Soli insieme alle famiglie che portano un peso insopportabile.
È la sconfitta delle istituzioni assenti.
È lo sguardo carico di pietà dei passati.
È l'amore come una catena.
È il pianto silenzioso.
Il sogno di una realtà altra.
È la discesa e la salita, il sentimento altalenante del padre.
È il pensiero affannato, il giorno che scolora nella nebbia.
Daniele Mencarelli ci costringe a guardare, ad assaporare il dolore.
Disorientati lo seguiamo in attesa di un segno del destino.
Il finale aperto è l'ultimo atto o forse è l'inizio di una redenzione.
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