"Il pozzo delle bambole" Simona Baldelli Sellerio Editore
"Ciò che non possedeva o di cui sentiva il bisogno, poteva essere scritto e, per una specie di miracolo, prendeva concretezza davanti ai suoi occhi.
Le parole davano forma alle cose."
È questo il percorso culturale di Simona Baldelli, finalista al Premio Calvino 2012, vincitrice delle Premio Letterio John Fante nel 2013.
Riconoscimenti importanti e meritatissimi che la consacrano come voce forte nel panorama culturale.
Da "Vicolo dell'Immaginario (Sellerio 2019) ad "Alfonsina e la strada" (Sellerio 2021) l'autrice ha mostrato la capacità di coniugare insieme più storie intorno ad un nucleo centrale.
E quel nucleo è rappresentato dalle figure femminili.
Donne dimenticate o comuni tornano a brillare con il loro esempio.
Nella nuova prova "Il pozzo delle bambole", pubblicato da Sellerio Editore nella Collana "Il Contesto" protagonista è Nina.
La conosciamo bambina trovatella in un orfanotrofio.
Con una scrittura essenziale ma incisiva viviamo le emozioni di questa ragazzina, le privazioni, le quotidianità affidate a regole precise.
Mentre altri vengono scelti e adottati lei viene scartata, considerata troppo fragile.
Questa tragica verità apre una ferita.
Si sceglie il bambino perfetto.
Una problematica che l'autrice affronta con una sotterranea denuncia.
Attraverso la personalità di Nina e gli eventi che la coinvolgono riusciamo a leggere con chiarezza un tempo storico.
Dagli anni cinquanta alle prime occupazioni assistiamo ad un cambiamento epocale.
Quello che colpisce è l'osservazione di un mondo inesplorato, complesso, dove ognuno deve ritagliarsi il suo spazio.
Quattrocentosette pagine scorrono veloci attraverso fotogrammi che imprimono alla trama un'accelerazione.
La ribellione esplode insieme al rancore per una madre mai conosciuta e quell'opacità che la accompagna da sempre non è più mimetizzata.
Diventa espressione di un disagio sociale e politico, un'ascesa, una nascita.
Ed è solo l'inizio.
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