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"Gli italiani" Massimo Baldini Claudio Giunta il Mulino




"Compito del fotografo sarebbe quello di contrastare il flusso continuo e indistinto della temporalità, la sua azione erosiva su cose e persone."

La prefazione di Claudio Morra a "Gli italiani", pubblicato da "il Mulino" è una splendida analisi sociologica sul ruolo dell'immagine. 
Un excursus storico che ci permette di vivere i profondi cambiamenti che con "The Americans" di Robert Frank rivoluzionarono la tecnica fotografica.
La frattura tra mitologia e realtà, la necessità di "infrangere la rassicurante normalità del quotidiano."
Questa rottura di specchi che edulcorano il presente si ravvisa nell'opera di Massimo Baldini e Claudio Giunta.
Il primo ha curato il reportage fotografico restituendoci una visione articolata, priva di pregiudizi, immediata di un'Italia popolata da "gente normale".
83 vissuti in pose che raccontano quelle gestualità che ci sfuggono.


Il volto di un uomo su un autobus perso nei suoi pensieri, l'abbraccio di due anziani mentre il contesto sfuma in un aggregazione di colori scuri, due ragazzini rapiti dal cellulare: attimi che sopravvivono, rubati ad un'intimità popolata di solitudini, di inquietudini.
Quell'umanità raggelata dall'indifferenza altrui in attesa davanti all'Ufficio dell'Unita Sanitaria di Napoli, potremmo essere noi.
Ed è questa l'azione innovativa: farci sentire parte di un progetto, di un'identità comune.
Un Crocifisso a segnare una tappa mentre intorno il panorama immobile mostra una dicotomia tra fede e superstizione. 
I fiori a memoria di un incidente mortale stridono con il marciapiede di un'anonima strada di Bologna.
Lo sguardo della cameriera siciliana insoddisfatta, l'eleganza della signora dell'alta borghesia palermitana: frammenti di una sicilianità contraddittoria dove la contaminazione è quasi impossibile.
Ad accompagnare queste splendide raffigurazioni ci sono citazioni, poesie, estrapolazioni di saggi noti e meno noti.
Difficile suggerire un brano perchè tutti hanno una musicalità poetica, suggeriscono di decelerare e di fermarsi a riflettere.
Scrittori e poeti che hanno rappresentato il dissenso rispetto all'assenza di passioni, che hanno testimoniato il bisogno di modificare costrutti obsoleti.
Sentiamo "l'arsura in giro" ed immaginiamo Eugenio Montale mentre sfoglia queste pagine.
L'ironia di Leonardo Sciascia, l'amarezza di Attilio Bertolucci, l'analisi rigorosa di Giorgio Bocca: solo alcune schegge del panorama culturale proposto.



"Viene il tempo in cui avrai dimenticato tutto, vicino il tempo in cui sarai dimenticato da tutti."


Il monito di Marco Aurelio è un invito a regalarsi questo libro e a rivederci, piccoli, mortali, annoiati, spaventati e a sognare un'altra Italia possibile.

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