"La grazia dell'inverno" Louise Penny Einaudi Editore Stile Libero
Louise Penny torna in libreria con un noir carico di pathos.
Una storia dai forti contrasti, dove nel paesaggio idilliaco di Tree Pines si annidano "imperfezione e impermanenza."
L'autrice, vincitrice dell'Agatha Award for Best Novel per quattro anni consecutivi, riesce a rappresentare "la cosa oscura" che offusca la bellezza.
"La grazia dell'inverno", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana Stile Libero grazie alla traduzione di Alessandra Montrucchio e Carla Palmieri, si specchia nel bianco della neve.
Un bianco che si rivelerà fittizio insieme alle luci del Natale alle porte.
La comunità del piccolo centro abitato è all'apparenza senza macchia, con quel candore antico che sa di leggende e di tradizioni.
A turbare l'equilibrio la presenza di una donna complessa, spigolosa, piena di sè.
Cosa l'ha spinta in un luogo tanto isolato?
Bisogna avere pazienza e seguire i suoi passi, studiare l'egoismo sprezzante, la mancanza di amore.
La sua morte e quella di una barbona sembrano due eventi impossibili da collegare.
Due mondi diversi uniti per sempre da una scia di sangue.
Sarà l'ispettore capo Armand Gamache insieme alla squadra ad occuparsi del caso.
Conosciamo bene questo "uomo appagato", appassionato e scrupoloso.
Con quella gentilezza d'altri tempi, il desiderio di capire cosa si nasconde nell'animo.
"Credo nelle persone."
È fatto così, il nostro protagonista e noi lo amiamo per quella genuina innocenza, la caparbia volontà di mettere insieme gli indizi.
Come nelle altre opere la scrittrice compone una trama impenetrabile, fitta, densa di figure secondarie.
Aggiunge un tocco di psicologia più spinta e mostra con arguzia quanto sia difficile perdonare.
Madri e figlie e una maglia sottile di rancore e di rabbia.
Il paese sa e nasconde segreti, complice forse come tutti noi quando non riusciamo a cogliere le ferite degli altri.
Pronti a giudicare, a trarre conclusioni affrettate, in attesa che esploda l'orrore.
Louise Penny ha il pregio di proporre vite spezzate senza azzardare giudizi.
Lascia a noi il compito di chiederci quali macchie oscurano il nostro cammino.
Un viaggio con forti tensioni spirituali, una ricerca non solo della Verità ma di ciò che la rende reale.
Per non dimenticare che:
"Noi siamo fatti di emozioni.
Sono le emozioni a renderci ciò che siamo."
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