"La lucina" Antonio Moresco SEM
"Sono venuto qui per sparire, in questo borgo abbandonato e deserto di cui sono l'unico abitante."
Un incipit che fa intravedere una distanza, un allontanamento.
La solitudine diventa ricerca, la quotidianità si scompaggina, l'Io deve ritrovare l'equilibrio.
Bisogna scendere nelle profondità del cosmo ed avere il coraggio di interrogarsi.
La scelta di SEM di ripubblicare "La lucina" in questo momento storico confuso, è molto azzeccata.
Dopo lo sbandamento dovuto al Covid, nell'incertezza causata da un conflitto alle porte abbiamo bisogno di poesia.
Quel poetare sommesso che cerca le ragioni dell'esistere, varca le porte della fantasia, crea la favola dalla realtà.
Penetrare il buio, trovare uno squarcio e vedere dove ci porta.
La narrazione oscilla in una atmosfera rarefatta, turbata dal tumulto della Natura.
È la vita che si maschera e si presenta in forme geometriche e in visioni distorte.
È la dispercezione che arriva per vie traverse e ci invita a svegliarci dal sonno delle mediocrità.
La luce da seguire come una stella con i sensi allertati, il cuore in subbuglio, la mente in attesa di rivelazioni.
Cosa è la materia? Cosa contiene?
Cosa c'è dietro la nostra immaginazione?
Le domande sono infinite e alla fine del viaggio sarà un bambino a riportarci a casa.
Rimarrà il ricordo di un tempo sospeso dove tutto può accadere.
Basta volerlo.
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