"Balena" Giulia Muscatelli Nottetempo Editore
"Balena è soltanto il racconto della bestia che sono stata e che, di tanto in tanto, continuo a essere: fallita, ignorata, bruciata, riemersa."
Il romanzo, pubblicato da Nottetempo, è molto di più.
È il dolore di una bambina per la perdita improvvisa del padre.
Quel padre "attratto dalla vita che finisce, dall'irrimediabilità della morte, dell'unica cosa capace di placare il dolore."
La paura di perdere anche la madre, essere figlia e compagna, vigile e attenta che anche questo legame si spezzi.
La ricerca di cibo e la vergogna di un corpo che nessuno accetta.
Le abbuffate notturne, le cattiverie delle compagne.
È la scoperta del proprio limite, il bisogno di amore, la sensazione di vuoto.
È l'analisi impietosa del rapporto tra corpo e anima.
"Mentre mangio mi sento felice, quasi euforica.
Il cibo mi riempie, mi scalda, mi fa sentire bene."
Mangiare significa riempire gli spazi della malinconia, provare a dimenticare.
L'osservazione di una società che sulla perfezione delle forme ha costruito falsi modelli.
"Vogliamo a tutti i costi che le vite degli altri siano un esempio da seguire e quando quell'esempio non ci sembra corretto lo condanniamo, non capendo che così stiamo condannando un'intera esistenza."
Una subcultura che vuole il livellamento delle identità, guidate in funzione di peso e bellezza.
È il grido delle tante che non rientrano nei canoni richiesti.
Il riscatto quando si impara ad accettarsi.
La rinascita quando si mette in discussione il mito della figura paterna.
Un percorso difficile narrato con infinita onestà.
Sarebbe importante portare il testo nelle scuole, leggerlo ad alta voce, ravvivare il dibattito.
Ognuno di noi ha la sua balena, quella parte che bisogna accettare se si vuole trovare pace.
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