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"Pioggia sottile" Luis Landero Fazi Editore

 


"Pioggia sottile" Luis Landero Fazi Editore 







"Forse ci sono storie che non si devono raccontare, 
questioni del passato che è meglio appartengano per sempre al passato."


Che senso hanno le parole?
Quanto sono oneste e sincere?
"Pioggia sottile", pubblicato da Fazi Editore nella Collana Le strade e tradotto da Giulia Zavagna, riorienta la struttura del romanzo classico.
Pur mantenendo una trama articolata introduce elementi di riflessione sul ruolo della letteratura.
Ma non è questo il solo pregio di un'opera scorrevole e di facile lettura.
La vera domanda è quale relazione c'è tra ciò che raccontiamo e ciò che realmente siamo.
Madrid è uno scenario secondario mentre i riflettori sono puntati su una famiglia tradizionale.
Attraverso i ricordi delle due sorelle Sonia e Andrea vediamo in controluce in una dilatazione temporale le dinamiche interattive del nucleo familiare.
Figura dominante è la madre, spigolosa, incline alla tristezza, avvolta da un fatalismo tragico.
Sarà lei a decidere le sorti delle figlie in un perverso gioco di potere.
È questa la prima impressione che ricaviamo ma non bisogna lasciarsi influenzare troppo dalle confidenze  delle due donne.
È come se volessero scaricare responsabilità cercando di giustificare le loro esisistenze traballanti.
Catalizzatrice e attenta ascoltatrice è la cognata Aurora.
Ha il dono della pacatezza, la dolcezza e la pazienza, ma soprattutto è capace di non giudicare.
Credo sia l'eccezione in un mondo distratto, una meteora in un universo di narcisi.
Succede qualcosa che scuote profondamente Aurora e la costringe a fare i conti con il suo matrimonio, sulle mezze verità del marito.
Il libro mostra con delicatezza quanto sia fragile la certezza di conoscere chi ci sta accanto.
Svela le contraddizioni emotive, l'incapacità di gestire gli amori familiari e soprattutto insegna a voltare pagina quando il presente è troppo angusto.
Luis Landero, acclamato in Spagna, vincitore del Premio National de las Letras Españolas, ci ricorda che 

"le storie non sono innocenti, non del tutto innocenti."


Lasciano il segno, a volte sedimentano per anni prima di essere disseppellite.
Il tempo aiuta a capire ciò che è artefatto da ciò che è vero.

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