"Menodramma" Maria Castellitto Marsilio Editore
"Il mondo sta esaurendo gli spazi dov'è ancora possibile incontrare nuove persone e ambire ad essere originali.
Ma la natura umana è insuperabile e l'uomo vorrà sempre continuare ad incontrare e ad ambire."
Maria Castellitto, al suo esordio letterario, sa come e cosa comunicare.
Incede sicura con una parola intima, furiosa, avvolgente.
Si concede il tempo per comprendere la gabbia che la imprigiona.
La descrive, la rende reale.
Racconta dolore e frustrazione con una lucidità che attrae e calamita.
Le riflessioni sono pugnalate che arrivano a sorpresa, si imprimono nella carta e svaporano inseguite da immagini e ricordi.
Duna si muove all'interno del testo con la libertà di chi non ha paura di andare a fondo.
Sa che potrà riemergere dalle sabbie mobili di una giovinezza che si sfrangia in gesti uguali e occasioni mancate.
Vive a Londra, città che disperde ogni emozione.
Osserva quelle strade e quel cielo come un'estranea che cerca orientamento.
Evoca in pochi flash ciò che resta di amore e amicizia e il suo eloquio è duro e struggente.
Vorrebbe annullarsi, non essere o essere altro da sè.
"Non ho traumi, soltanto un'amica e un ragazzo che sono spariti...
Però, insomma, non basta.
Forse il mio trauma è non avere grandi traumi."
La scrittura ha improvvisi capovolgimenti, eventi inattesi che assumono il valore di simbologie.
Il padre, l'amico, l'uomo incontrato per caso: occasioni per ricomporre le schegge.
"Menodramma", pubblicato da Marsilio Editore, sa modulare le tonalità stilistiche.
È come se fosse scritto da più voci ed ognuna aggiunge originalità e vigore.
La storia di una generazione?
Forse, quello che conta è come si narra ciò che siamo.
E la scrittrice ci riesce brillantemente.
Ci regala un puzzle di emozioni e acute osservazioni.
Si guarda allo specchio e in questa ricerca dei connotati psicologici siamo coinvolti.
"Notti come tagli nel noioso piano sequenza della vita quotidiana, notti di avventure e di tragedie sfiorate ma mai consumate fino in fondo, notti in cui il segreto umano è un dolore che quando affiora fa soltanto ridere, notti che partono leggere..."
Le nostre lunghe ore: bellissimo!
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