"Age pride" Lidia Ravera Einaudi Editore
"Oggi la vecchiaia è un fenomeno di massa.
Vecchi siamo tanti.
Non facciamo più notizia.
Non facciamo più invidia.
Ma neppure pena.
I più gentili ci suggeriscono di mascherarci."
Era ora che qualcuno parlasse dell'argomento tabù per eccellenza.
Con onestà e con una buona dose di umorismo Lidia Ravera fa un'analisi
spietata di questo nostro ottuso tempo che non ci concede di invecchiare in
pace.
La scrittrice non nega la vergogna e lo scoramento che si provano quando ci si
accorge che il volto e il corpo stanno cambiando.
Noi, che abbiamo considerato la bellezza un bene effimero, che ci siamo
nutrite di letture femministe, che abbiamo creduto nell'intelligenza, ci
sentiamo fragili.
Non siamo più oggetti del desiderio.
È questa consapevolezza a spaventarci?
Abbiamo esposto il corpo con spregiudicata volontà di dire "sono mia".
Ci hanno educato con rigore e inculcandoci l'idea che il tempo non si spreca.
Non ci hanno parlato di futuro, non ne erano capaci.
Sarà questo convincimento a renderci vulnerabili?
"Infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità, vecchiaia.
Sono paesi separati.
Se si odiano l'uno con l'altro la colpa è degli stereotipi che li inglobano."
È proprio sui pregiudizi che insiste l'autrice mostrando le crepe di una società
dove è necessario rispettare determinati canoni per essere accettati, e cosa
ancora peggiore, per essere considerati parte dell'umanità.
Forte è la discriminazione di genere, è inutile negarlo.
All'uomo si perdona qualche ruga, per noi femminucce non c'è remissione di
peccati.
"Age pride", pubblicato da Einaudi nella Collana Super ET, è un manifesto
personale e collettivo.
Una confessione e un forte invito alla resistenza.
"Si può viaggiare verso un Terzo tempo diverso...
La vecchiaia è una grande occasione per portare a compimento, finalmente,
quell'impresa semplice, quel trasloco di protagonismo, quella rivoluzione
benedetta."
Ancora una volta noi in prima fila con le spalle stanche per i troppi pesi, la
voce arrochita, la pelle sfiorita.
Essere padrone in casa propria, sfidando chi ci vuole ingessate in ruoli
secondari.
"Se vogliamo giocare con l'unica vita che abbiamo a disposizione, se vogliamo
reagire al veleno dei luoghi comuni, dobbiamo mescolare le carte, disordinare le
gerarchie, incontrarci.
Fra diversi."
Che ventata di energia rigenerante!
Altro che creme antirughe!
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