"L'Iran dietro le porte chiuse" Stephan Orth Keller Editore
"L'Iran dietro le porte chiuse" Stephan Orth Keller Editore
Ci sono luoghi che nell'immaginario collettivo sono recipiti come prigioni.
Dalle scarne notizie dei mezzi di informazione intuiamo senza averne piena consapevolezza cosa significhi la mancanza di diritti primari.
Immaginiamo solo violenza, volti coperti, strade deserte, paura che circola come unica superstite in un mondo grigio.
Leggendo "L'Iran dietro le porte chiuse", pubblicato da Keller Editore nella Collana Reportage, tradotto da Melissa Maggioni, scopriamo una doppia verità.
Da un lato un regime oppressivo dall'altro un popolo che ha tanto da raccontare.
Stephan Orth è un giornalista coraggioso e sfidando le regole coercitive di una Nazione che si cela agli occhi degli stranieri, ci conduce per mano in una terra misteriosa e bellissima.
Sentiamo fin da subito il profumo esaltante di storie millenarie, il sapore forte di tradizioni che resistono al tempo, il suono suadente di antiche melodie.
L'intuizione geniale dell'autore è quella di entrare in contatto con la gente, entrare nelle case, condividere un pasto, sorseggiare una bevanda, ascoltare voci che pur essendo state educate al silenzio hanno un patrimonio culturale immenso.
La prima cosa che colpisce è il forte senso dell'ospitalità, la voglia di accogliere.
Vi avviso, il viaggio sarà lungo.
Sessantadue giorni intensi senza un attimo di tregua.
Le avventure rocambolesche e divertenti, i santuari, i piccoli centri, le strade deserte, le moschee, i mausolei: la bellezza e la desolazione.
Il bianco e nero, i segni della guerra, la precarietà che si coglie negli sguardi.
Bellissime le fotografie che raccontano più delle parole.
L'inchino di fronte all'icona dei martiri, la costante presenza dei soldati, le rovine di Persepoli, il sorriso spensierato durante il pasto serale, un bambino che stringe il suo pallone.
Fotogrammi colorati, piccole luci che accendono la speranza.
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