"La tomba senza nome" Mary Shelley Edizioni Clichy
Per comprendere le infinite sfaccettature della poetica di Mary Shelley bisogna leggere con attenzione "La tomba senza nome", pubblicato da Edizioni Clichy e tradotto da Francesca Rizzi.
La forma breve dei racconti mostra l'inconfondibile attenzione alle ambientazioni.
Scorci che con delicate pennellate restituiscono la bellezza straniante della Natura, la potenza distruttrice del mare, l'incanto di un colore.
"Camminarono insieme verso il Colosseo, parlando del più e del meno.
Salirono nella parte più alta delle rovine e poi, seduti tra alberi frondosi, violette profumate e fiori, guardando i vicoli deserti e il foro devastato di Roma, ...."
È come se il paesaggio alleggerisse la tensione, colmasse e placasse la sete di amore.
Elemento dominante mai appiattito o fugace.
Che sia la devozione di una figlia, la passione travolgente, l'attesa di un incontro, c'è sempre un forte pathos.
"Lui la strinse al cuore, la baciò sulle labbra rosate e mormorando《 carissima, addio》la lasciò."
Che ci sia un impianto gotico romantico è innegabile, ma determinante è anche lo studio dei personaggi nel contesto nel quale sono inseriti.
Nella narrazione tanti i riferimenti ai costumi italiani, le differenze con la sua cultura.
Un'autrice capace di chiedersi:
"Perchè la mente umana è così soggetta all'influenza degli opposti?
Perché l'immaginazione dipinge sempre l'impossibile con tinte scintillanti, e i cuori dei mortali ribelli si aggrappano, con la più grande tenacia, a ciò che, simile ad un'anguilla, è deciso a sfuggire alla loro presa?"
E il ruolo del destino?
Mi convince poco che sia il promotore delle scelte, c'è sempre spazio per il coinvolgimento del personaggio.
La Shelley seppe essere innovatrice e provocatoria, basti leggere con attenzione le storie ambientate nei conventi.
Saranno i lettori a valutarne la modernità.
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