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"Radio Magia" Valerio Aiolli minimum fax

 


"Radio Magia" Valerio Aiolli minimum fax








"Volevamo incantare il pubblico, farlo evadere da una realtà pesante, dalla lotta armata e dalle crisi di governo, dai lacrimogeni e dalle svalutazioni ricorrenti."



"Radio Magia", pubblicato da minimum fax nella Collana Nichel, porta indietro le lancette del tempo, regalandoci una storia ambientata negli anni settanta.
Anni difficili, pesanti, ingrigiti dalla lotta armata, il sequestro Moro, la diffusione delle droghe pesanti.
Protagonisti un gruppo di giovani che spaesati non si sentono di appartenere ad un mondo che sembra stia collassando.
Decidono di aprire una radio libera, una delle tante, per far sentire le loro voci, sperimentare l'aggregazione intorno a un progetto comune, condividere la passione per la musica.
Un'unica voce narrante presenta i compagni di avventura con pochi tratti che ne delineano i caratteri.
Capitoli brevi come piccole vignette di un quotidiano in evoluzione.
Uno scantinato che piano piano si anima, diventa luogo di confronto mentre sempre più si sente l'alito caldo di qualcosa in divenire.
Le ragazze, i nuovi arrivati, la scelta dei brani, le idee geniali di Caputo, figura centrale nella narrazione, il malessere interiore di Gilles, lo sguardo distratto delle famiglie: un carosello di immagini luminose, schiette, sincere.
Valerio Aiolli scrive un memoriale con la perizia dell'investigatore.


"L'inverno si era incistato dentro la città.
Prima di infilarci nelle due stanzette della radio uscivamo a camminare con il fiato che ancora diventava vapore.
In altre strade, sirene della polizia tracciavano scie imperscrutabili; i carabinieri ai posti di blocco ci osservavano senza parlare, la mitraglietta a tracolla."


L'autore riesce a tracciare le linee imperfette del diventare adulti, offre spazio a chi ieri come oggi si sente fuori posto, racconta un sogno diventato realtà.
Nelle sue parole scorre la linfa del sentimento, una lieve brezza malinconica e lo struggente ricordo di una generazione.
Un omaggio a coloro che non ci sono più, un intrigante viaggio musicale, la voglia di espiare le colpe.


"Era davvero arrivato il momento di cambiare lingua.
Di inventarci un nuovo alfabeto, un nuovo sguardo.
Di ascoltare attentamente cosa il mondo aveva da dire, al di là dei telegiornali e degli slogan."


Bellissimo invito che arriva carico di speranza.
Per non dimenticare di dire al mondo:
Noi ci siamo!

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