"Lo specchio di bronzo" Irina Ermakova Einaudi Editore
"Il tempo si è infiammato, distorto.
Si è deformato il corpo della cara terra.
Stesa sul mondo di mezzo, una nebbia ingorda
non dà respiro ed è roco il mio tamburello.
Si è immemori di tutto. Ci si mangia l'un l'altro.
E il dolore altrui nessuno avverte."
Si è spezzato l'incantesimo, uomo e Natura si sono allontanati.
Si cercano senza raggiungersi nello spaesamento cosmico.
La poesia di Irina Ermakova ricompone le parti, riporta la pace, ristabilisce
l'ordine.
La sua lirica attinge ad accordi ancestrali e alla cultura classica, ma nel
modulare la voce trova una cifra stilistica innovativa e personale.
Trascina le parole al di là del verso, le rende vive, accese, a tratti infuocate.
Esprime quell'ardore che da sempre l'ha attratta, senza preoccuparsi della
disattenzione dei critici, delle destabizzazioni politiche del suo paese.
Canta con libertà per aprire un varco prima che il buio trasformi il presente
in ombra.
Descrive città dormienti, asfalti ghiacciati, invoca Itaca, reinventa Odisseo,
si inebria al suono del "tenero flauto" di Pan.
I suoi personaggi sono emblemi del popolo che anima le strade, eroici nelle
loro quotidianità sbriciolate.
"È in fiore un albero nel mentre si è in vita."
Piccole infiorescenze di una Primavera che simboleggia la rinascita.
I fonemi compongono suoni, sibili, respiri.
Colori, "rosse vene d'acqua", un lampo scarlatto.
Frammenti di frasi, l'abbraccio tra Eros e Thanatos, ululo della tormenta.
Incalzante, musicale, liberatorio: "Lo specchio di bronzo", pubblicato da
Einaudi Editore, è un'antologia di visioni, di albe struggenti, di rami fioriti, di
malinconici ricordi.
L'introduzione di Alessandro Niero è un valore aggiunto, la disamina
armoniosa di un percorso culturale.
"Che rimarrà di noi?
Una pausa, il tempo di un respiro ed ecco la risposta:
"Solo l'amore."
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